Francesco Malavolta

Francesco Malavolta è un fotogiornalista iscritto all’OdG della Calabria, impegnato da vent’anni nella documentazione dei flussi
migratori che interessano il nostro continente. Le foto, video ed audio che verranno presentati in occasione, rappresentano una sintesi degli ultimi 10 anni di lavoro che sono stati segnati da un intensificarsi senza precedenti delle migrazioni stesse. Un lavoro
svolto in un contesto spazio-temporale in costante mutamento che lo ha portato a viaggiare dallo Stretto di Gibilterra al Mar Mediterraneo, a Lampedusa, dalla Grecia e le sue isole alla Turchia fino alla cosiddetta “rotta balcanica”. Collabora da sette anni con la Comunità Europea, in particolare con l’agenzia FRONTEX (oltre 50 missioni ed unico fotografo dell’agenzia europea), agenzia di stampa internazionale come Associated Press, nonché organizzazioni internazionali quali UNHCR e OIM, MOAS.
Al centro del suo lavoro ci sono quei popoli in movimento che segue a partire dall’esodo degli albanesi in fuga durante gli anni 90
testimoniando così quello che va considerato un tratto peculiare della natura umana: la migrazione, il movimento, lo spostamento. L’umanità infatti è da sempre in movimento e questo movimento assume tratti tanto più drammatici quanto più si cerca di ostacolarlo, ripiegando su paure e posizioni illogiche e anacronistiche.
Francesco Malavolta reca testimonianza non solo delle migrazioni in sé, ma anche del loro evolversi con una peculiare attenzione verso i loro protagonisti. Ogni scatto, un racconto. Ogni racconto, una storia. Ogni storia, un tentativo di salvare la peculiarità della Vita ritratta sfuggendo alla logica spersonalizzante che presenta le migrazioni come “fenomeni idraulici” e anonimi. Le sue foto
testimoniano inoltre la tenace determinazione di questi viaggiatori per necessità che abbandonano la propria vita e il proprio paese nella speranza di salvarsi e costruire una vita più degna. Nei suoi scatti troviamo quindi una umanità dolente che continua a lottare senza soccombere alle ingiuste umiliazioni cui viene esposta, una umanità caparbia che un passo alla volta guadagna centimetri di libertà.
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