La storia dell’energia e la transizione energetica al centro del dibattito della Polis Policy
La terza sessione della VII Edizione dell’Accademia di Alta Formazione Polis Policy è stata incentrata sui temi della transazione energetica e climatica.
Sono intervenuti, nella sezione Vision, il Professor Massimo Nicolazzi, Docente di economia delle risorse energetiche presso l’Università di Torino; il fotografo Maurizio Di Pietro nell’ambito di Another Vision; Stefania Crotta, Direttore Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte; Paolo Cuniberti, HR Executive e Coordinatore Osservatorio Automotive Federmeccanica e Fabrizio Galliati, Componente della giunta della Camera di Commercio Agricoltura e Presidente del CAAT, tutti e tre all’interno della sezione Agorà.
Ha aperto l’incontro il Professor Massimo Nicolazzi, che ha tracciato una storia dell’energia attraverso i secoli. Si è partiti dal quesito riguardante la natura dell’energia, senza che nessuno sapesse dare una definizione precisa, se non quella di “fonte di vita”. La vita può affermarsi soltanto attraverso il cambiamento continuo di stato dell’energia. Essa si sviluppa attraverso una fonte e il suo convertitore in energia utile. Viene preso a esempio il cibo come fonte e il muscolo come riproduttore di energia. Vi sono tre figure simboliche nella storia dell’addomesticamento, da parte dell’uomo, riguardante l’energia: quella del “cacciatore comunista”, in quanto tra i primi esempi di socialità volta al bene comune e non solo del singolo; quella dell’ ”agricoltore democristiano”, esempio di conoscenza e rispetto dei tempi della natura e delle risorse a disposizione; infine “l’operaia femminista”, simbolo della rivoluzione industriale, tra nuova ricchezza e problemi di emissioni.
Nella prosecuzione del dibattito è intervenuta l’Ingegnere Stefania Crotta, avanzando la questione della transizione ecologica, che include quella climatica e quella energetica. Sono state evidenziate la transizione economica, che da lineare è diventata circolare e aiuta nella transizione climatica (il cui obiettivo è portare a zero le emissioni entro il 2050), e quella energetica, indirizzata alle energie rinnovabili. Il benessere dei cittadini dovrà avvenire attraverso lo sviluppo ambientale sostenibile.
L’Ingegnere Paolo Cuniberti ha affrontato il tema delle trasformazioni nell’ambito dell’automotive attraverso Federmeccanica, Fim, Fiom e Uilm, e si è chiesto se, in un mondo ormai completamente digitalizzato, abbia ancora senso parlare di fabbriche. Un tempo la sostenibilità era un discorso di élite finalizzato ai soli imprenditori, oggi è, invece, un parametro fondamentale per tutti, tanto che si parla di “sostenibilità della mobilità”. L’automotive ha un peso importante, in quanto coinvolge 14 milioni di lavoratori in Europa e 1 miliardo e 200 milioni di automobili nel mondo, numeri che devono far riflettere su un modello di sostenibilità più efficiente, in virtù anche dei sempre maggiori limiti di circolazione a causa delle emissioni di CO2 (gas serra), di polveri sottili e ossidi di azoto (agenti inquinanti).
Ha concluso il convegno Fabrizio Galliati, Presidente del CAAT, che ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura in quanto invenzione da parte dell’uomo, capace di modificarla a suo vantaggio. L’agricoltura è il primo settore a subire gli effetti nocivi dei cambiamenti, squilibri idrici, nuove malattie ed eventi atmosferici forti che stanno mettendo a repentaglio, ormai da diversi anni, le produzioni agricole annuali. E’ drammatico pensare che molti agricoltori producano annualmente solo il 30% del fabbisogno individuale dell’azienda.